Violenza sulle donne. E’ ora di ricominciare a vivere

Violenza sulle donne

Una notte di Marzo le strade di Napoli sono state spettatrici di una violenza orribile: una ragazza inglese, poco più che maggiorenne, è stata violentata due volte nella stessa sera e in due circostanze diverse.

Scatta la denuncia, l’iter e oggi apprendiamo che i colpevoli sono sotto processo.

Non è il primo caso, non sarà l’ultimo e probabilmente molti non li conosceremo mai, perché è bene che lo sappiate, per una donna non è semplice denunciare una violenza, mai.

E non lo è soprattutto se si è soli, se si passa da vittime a colpevoli.

Perché su queste vicende l’opinione pubblica non tarda a giudicare, e allora la gonna è sempre troppo corta e i bicchieri di birra sempre troppi per il buon costume.

Sono solo parole dette tra amici, sui social, che però tendono a minimizzare atteggiamenti criminali e pericolosi ai quali dobbiamo porre freno, una volta per tutte.

La prossima potrebbe essere nostra madre, nostra sorella o la nostra migliore amica.

E potrebbe accadere in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.

Per questa ragione dobbiamo lottare senza tregua e con la massima sensibilità per tutte quelle donne già vittime ma anche per quelle che non lo sono, perché imparino a volersi bene e a rispettarsi.

È sicuramente vero che in un atto di violenza è il corpo a soffrire, ma quando pensiamo a questo non mettiamo in conto che sarà la nostra mente a subirne le conseguenze per sempre.

Quelle ore costituiranno per sempre ricordi dolorosi dai quali sarà difficile scappare. E allora, accanto alla battaglia sacrosanta che deve essere fatta sul piano politico e giudiziario, vi invito a riflettere su quanto ancora possiamo fare in termini di assistenza psicologica e di comunicazione.

Perché ricominciare a vivere significa accettare il dolore e andare avanti, certi di non avere colpe. E solo un percorso alla consapevolezza potrà renderlo possibile.

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