Si chiamava Ella Kissi-Debrah e lo smog ha contribuito a ucciderla all’età di 9 anni: lo ha stabilito la corte londinese di Southwork, con una sentenza storica. Mai, prima d’ora, veniva giuridicamente riconosciuto l’inquinamento come uno dei fattori chiave di decesso. La piccola Ella morì nel 2013 stroncata da un’asma. Di origini africane, la bambina viveva alla periferia sud-est di Londra, e morì dopo aver subito ben 27 ricoveri nel giro di 3 anni. I genitori hanno dichiarato alle forze dell’ordine di non aver mai ricevuto avvertimenti sulle conseguenze che poteva portare l’inquinamento sulla loro figlia.
Queste le parole contenute nella dichiarazione finale: «L’inquinamento atmosferico tossico è una crisi di salute pubblica, in particolare per i nostri bambini, e l’inchiesta ha sottolineato ancora una volta l’importanza di portare avanti politiche coraggiose come l’espansione della zona a bassissime emissioni nella parte interna di Londra».
Capite quanto è importante investire in una reale transizione verde e disincentivare tutte quelle attività che inquinano l’aria che respiriamo? Capite perché le opposizioni che sminuiscono e insultano le nostre misure per la mobilità sostenibile (da loro ribattezzate con “bonus monopattino”) è semplicemente vergognosa?
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