Approfitto del viaggio di ritorno a casa per parlarvi di una questione molto, molto importante.
Oggi ho presentato un’interrogazione chiedendo al Ministero della Salute di istituire una Consulta Nazionale che si occupi di salute mentale, tema su cui in Italia siamo inspiegabilmente fermi da circa diciotto anni.
Come avrete avuto modo di capire seguendomi, tengo molto a questo argomento che ritengo essenziale per costruire una società migliore, di rispetto, solidarietà, creatività.
Troppe sono le persone che per un motivo o per un altro trascorrono giornate nella tristezza e apatia (per citare uno dei tanti esempi), altre che dinanzi alle difficoltà si arrendono ai farmaci o peggio alla fine reale o apparente della propria vita.
Per non parlare del pullulare di dipendendenze: droga, gioco d’azzardo, cibo. Dipendenze affettive, dipendenze relativamente “nuove” e penso alle tecnologie come gli smartphone.
Dipendenze spesso non riconosciute, laddove il faro della consapevolezza non è ancora giunto, laddove nessuno ci ha preso per mano e ci ha spiegato cosa stesse accadendo dentro di noi.
Perché per capire di avere un braccio rotto non ci vuole nulla. Riconoscere una ferita emotiva, invece, è tutt’altra cosa.
Con questa proposta spero di accendere questo faro, e infondere la consapevolezza a cittadini e istituzioni che, se prima si non interviene “dentro”, non potremo avere reali cambiamenti fuori.
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