Da oggi svariati milioni di persone, senza aver mai trasgredito alcuna legge dello Stato, non potranno più entrare in un esercizio commerciale senza il “Green pass”.
Tanto per intenderci, se una mamma vorrà acquistare un paio di scarpe per suo figlio, dovrà spendere in più almeno 15€ (di tampone) solo per poterle acquistare. Oltre a questo, restano in vigore le precedenti misure: greenpass per lavorare, “super greenpass” per salire su mezzi di trasporto, per accedere a bar, ristoranti, hotel, luoghi della cultura, palestre.
Questo strumento prettamente politico (di sanitario non c’è assolutamente nulla) si è trasformato in una sorta di tassa per sopravvivere. E come spesso accade, purtroppo, le fasce meno abbienti sono le più penalizzate.
Non entro né mai entrerò nell’arena avvelenata dei pro vax VS no vax. Le tifoserie, le manipolazioni verbali e informative (da una parte e dall’altra) non mi interessano e mai mi interesseranno.
Semplicemente, come ho già scritto su questa pagina diverse settimane fa, per me le persone sono e restano tutte uguali, a prescindere da un trattamento sanitario al quale hanno scelto o meno di sottoporsi. A prescindere dal fatto che io sia o meno d’accordo con la loro scelta. Non conta il mio giudizio. Conta il rispetto della scelta.
Sul prezzo psicologico che si sta riversando sui giovani, poi, evito di dilungarmi: trovo semplicemente vergognoso che adolescenti in pieno sviluppo psicofisico non possano più, ad esempio, praticare liberamente sport con i propri compagni.
Ripeto, evito di dilungarmi perché su questo punto le mie parole potrebbero essere oltremodo dure.
Oggi Beppe Grillo ha ricordato a tutti noi un concetto importante, “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”: nel rispetto del cambiamento che vorrei vedere, non avallerò alcuna misura che causi ulteriori differenze tra esseri umani.
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