Ieri ho voluto far sentire tutto il mio supporto al gruppo di Consiglieri comunali del Comune di Sant’Agnello recandomi da loro in visita per le note vicende relative all’housing sociale sui 53 alloggi sequestrati.
Non è la prima volta che sento l’esigenza di sostenere il loro operato su questa dolorosa vicenda alla luce dei recenti avvisi di garanzia nei confronti dei vertici dell’amministrazione comunale. Non a caso, nel Gennaio 2019, ho depositato un’interrogazione parlamentare per lanciare un ulteriore campanello d’allarme.
In questa estenuante ricerca della verità, dove di mezzo ci sono finiti tanti malcapitati cittadini in attesa di una casa, c’è chi ha sempre condotto, fuori e dentro l’aula di Consiglio, una battaglia nell’esclusivo interesse della comunità con atti volti a pretendere chiarezza da chi ha autorizzato questa operazione negli anni addietro; beccandosi spesso attacchi violenti i quali non dovrebbero appartenere alla normale dialettica politica.
O, ancora peggio, con insinuazioni tese a manipolare la disperazione delle vittime scagliandole strumentalmente contro chi non chiedeva altro che una assunzione di responsabilità.
Oggi, quella stessa politica accusata, fino a prova contraria, di aver autorizzato un’opera abusiva sul proprio territorio sarà chiamata a costituire l’Ente comunale, e quindi i cittadini, come parte lesa nel procedimento giudiziario. Un palese conflitto di interessi che potrebbe essere rimosso soltanto con un passo di lato da parte degli attuali vertici dell’amministrazione.
Nel frattempo continuo a confidare nell’operato della Magistratura affinché si metta in tempi ragionevolmente brevi un punto finale a questa triste situazione.
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