Non posso né voglio più ascoltare che le priorità di questo Paese siano solo il lavoro, la riforma fiscale, il rilancio dell’economia.
Non è solo il PIL (ma ve lo ricordate il FIL?) a determinare la serenità o la felicità di 60 milioni di abitanti.
Non posso accettare che la povertà culturale non sia considerata parimenti un’emergenza.
O che la salute mentale venga dopo quella del corpo fisico.
Dobbiamo fare delle scelte e stabilire delle priorità e alla luce delle ultime e continue notizie di cronaca è evidente quale sia la strada da percorrere.
Per Willy, per Paola. Ultimi di una lunga serie di sorrisi spezzati dalla follia della violenza.
Per tutti coloro che continuano a pretendere un mondo migliore di questo.
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