La prima cosa che mi viene in mente quando si parla di malattie mentali è la sofferenza.
La stessa che distrugge milioni di persone nel più assordante dei silenzi.
Sapete, io mi sto interessando molto di questo tema anche perché non rientra nell’agenda di molti.
C’è sempre un alone di vergogna nell’affrontare anche solo il termine “malattia mentale”, e allora, visto che non ci piace, lo facciamo diventare “disturbo” e troppo spesso ci giriamo dall’altra parte.
Qualche tempo fa leggevo un articolo molto interessante sulla questione.
In buona sostanza diceva che secondo i dati degli esperti della Lancet Commission i disordini mentali sono in forte crescita e costeranno all’economia fino a 16 trilioni di dollari tra il 2020 e il 2030 se non gli si porrà un freno.
Parliamo di costi diretti come medicinali e terapie e di costi indiretti come perdita di produttività e spesa in welfare sociale.
Le malattie mentali sono letali quanto il cancro e se di quest’ultimo parliamo ogni giorno, forse è arrivato il momento di portare all’attenzione di tutti la sofferenza di pazienti e famiglie che combattono una battaglia silenziosa e coraggiosa per la vita, per il benessere della mente.
Non esistono ricette perfette, esiste però la prevenzione anche in età precoce ed esiste soprattutto la valorizzazione delle competenze specifiche per la gestione di queste malattie, che agisca nelle scuole e sui luoghi di lavoro.
Fonte dati: Il Sole 24 Ore
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