Avrei davvero voluto ascoltarti, oggi.
E invece il 12 aprile di quattro anni fa te ne sei andato, lasciandoci increduli e col cuore spezzato.
Avresti certamente un’idea tutta tua di quello che sta accadendo e quelle idee tutte tue in realtà erano anche un po’ nostre, o almeno di chi aveva riconosciuto in te un un veggente… ovvero, “colui che vede”.
Tu vedevi il male che l’essere umano compie su se stesso e sulla natura ed avevi scelto di essere vegetariano.
Come tutti i grandi spiriti avevi una potente connessione alla Natura che rispettavi profondamente.
Davi grande importanza al linguaggio, perché sapevi che sono le parole a influenzare il pensiero e poi la realtà.
E viceversa.
Ci chiamavano il popolo del web, del “sacro blog”, con la risatina tra i denti.
Eppure guarda il mondo oggi: senza il web l’umanità probabilmente sarebbe persa. Come tutti quelli che “vedono”, sei stato ignorato, deriso e poi messo in croce.
Nel tuo libro “Veni, Vidi, Web” avevi citato Francesco Guccini: “Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà”.
Tu conoscevi i grandi cambiamenti a cui l’umanità stava andando incontro e volevi diffondere questa consapevolezza per rendere meno traumatico il passaggio.
Per molti invece sei rimasto soltanto il misterioso “guru” del Movimento 5 stelle, il tempo è tiranno e alla fine a quei cambiamenti ci siamo arrivati proprio come cantava Guccini in “Eskimo”:
per contrarietà. A causa di un virus.
Chi l’avrebbe mai detto?
Sarebbe bello se durante i nostri “stati generali” si leggessero le tue parole, perché credo che molti non le abbiano mai lette o forse le hanno dimenticate.
E non sarà un nostalgico guardare al passato, perché quello che oggi stiamo attraversando ci conferma esattamente quanto la tua lettura della realtà e del futuro fosse giusta.
Io porterò sempre avanti le tue idee fino a quando potrò farlo, senza temere giudizi e offese di un vecchio mondo destinato a morire per poi risorgere completamente innovato, come questo periodo ci suggerisce.
Una frase di Nietzsche afferma che: “Quanto più ci innalziamo tanto più sembriamo piccoli a coloro che non possono volare”.
Io vorrei che questo fosse il tempo in cui tutta l’umanità imparasse a volare, aiutandosi l’uno con l’altro. Volo dopo volo in un cielo finalmente puro.
Vi auguro giorni di Resurrezione e li auguro anche a te Gianroberto, ovunque tu sia. Tengo stretto il palloncino.
P.s. So che Pasqua era ieri ma amo scrivere quando lo sento davvero, senza le forzature del calendario e dell’etichetta istituzionale. Abbiate pazienza.
P. p. s. La mia felpa indica chiaramente dove avrei voluto essere oggi e dove probabilmente sarei stata.
Un abbraccio alla comunità del Faito che mi manca particolarmente.
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