Quando uno Stato decide di introdurre un nuovo provvedimento che i cittadini devono osservare, è dovere dello Stato dare la possibilità a tutti di poterlo rispettare.
Il green pass nasceva come strumento europeo per poter viaggiare, in tempi di pandemia, da un Paese all’altro dell’Unione.
Col tempo quei Paesi che lo hanno adottato hanno deciso di estenderlo (o meno) modificando il suo utilizzo, imponendolo in locali, cinema e teatri, palestre, treni, Università.
E già qui ci sarebbe da discutere per alcune palesi incoerenze (pensiamo al green pass richiesto sull’alta velocità ma non sui treni regionali, forse lì i virus viaggiano meno!?).
Estendere ora il green pass ai lavoratori, senza prevedere un prezzo calmierato dei tamponi significa dire, in poche parole, “arrangiati” al lavoratore che non può permettersi due o tre tamponi a settimana.
E cosa ci aspettiamo? Gli applausi?
Mi sembra più che ovvio e scontato che si arrivi agli scioperi, alla protesta.
Qualcuno potrebbe rispondere: “il vaccino è gratuito”. Certo, ma non è obbligatorio e se una persona, rispettando la legge, compie una scelta diversa dalla mia, non sta scritto da nessuna parte che si debba “arrangiare”. Soprattutto se stiamo parlando di lavoro, e quindi sostentamento.
Mi hanno insegnato che la democrazia implica il rispetto e la tutela delle opinioni altrui, anche delle minoranze, seppur diverse dalle mie.
Eppure da mesi, ormai, si assiste ad un inquietante serpeggiare di odio e intolleranza tra vaccinati e non. Ancora una volta, gli uni contro gli altri, ancora una volta divisi.
Mi hanno insegnato che bisogna lottare per i diritti, sempre, indipendentemente dalle considerazioni personali rispetto alle altrui opinioni. Ed è per questo che oggi rispetto profondamente tutti quei lavoratori che stanno scioperando (attenzione a non cadere nella falsa narrazione che collega “no vax” a “no green pass”, termini che tra le altre cose, non descrivono né spiegano la realtà ma si limitano a banalizzarla).
Mi hanno insegnato a capire e comprendere il malcontento, mai e dico mai a reprimerlo.
Mi hanno insegnato che, indipendentemente dal colore della pelle, dagli orientamenti sessuali o religiosi, indipendentemente dalle credenze politiche e anche indipendentemente da un vaccino, siamo tutti uguali.
Oggi in Italia i contagi sono in drastico calo e, pur mantenendo l’attenzione alta e prendendo tutte le precauzioni del caso, credo sia legittimo sperare e pretendere, dopo 2 anni, in un allentamento di questa continua pressione psicologica a reti unificate che già da tempo sta alimentando patologie psicologiche e non solo per tantissimi soggetti fragili e non.
Perchè, sembra banale ricordarlo, ma non si muore solo di Covid.
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