Oggi che i confini sono incerti, che le parole non sono chiare, è necessario aggrapparci alla storia per capire chi siamo e da dove veniamo.
Oggi più che mai è doveroso che il giorno della memoria non sia più solo uno strumento contemplativo ma d’azione, perché ogni morte merita rispetto e ogni strage merita riflessione.
Se la storia ci ha consegnato tanta violenza noi che insegnamento possiamo trarne per non cadere negli stessi errori? Io un mio pensiero ce l’ho e credo che uno dei nostri problemi sia la prospettiva da cui guardiamo il mondo.
I valori, l’economia e la struttura sociale che abbiamo costruito fino ad oggi, semplicemente non sono più sostenibili.
O forse non lo sono mai stati.
Abbiamo imparato a scalare le vette più alte, a competere ai massimi livelli. Il sistema economico che abbiamo idolatrato non ha fatto altro che metterci l’uno contro l’altro. Essere umano contro essere umano. Abbiamo imparato a lasciare indietro i più fragili, a girarci dall’altra parte di fronte al dolore.
Le ragioni di tutto questo non sono da ricercare nel mondo esterno bensì si trovano dentro di noi.
Perché il mondo esterno non è altro che lo specchio di ciò che abbiamo dentro.
Se dentro avremo gratitudine, gioia, forza nonostante le difficoltà, il mondo ci restituirà queste stesse cose.
E allora, solo allora, non vi sarà più alcun Auschwitz.
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