Sono trascorsi appena tre giorni dal giuramento del nuovo Governo Conte e il circo mediatico si è già esibito in tutta la sua ipocrisia.
Al centro dello spettacolo, gli insulti alla neo ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova.
Tutti i grandi giornaloni hanno fatto a gara per dimostrarle solidarietà, si è mobilitato lo star system, I salotti televisivi non avevano dubbi: il titolo di studio non conta, perché lei viene da una storia di lotta (di cui gli ultimi tredici anni trascorsi come Senatrice, Sottosegretaria, Viceministra).
Bene.
Ora, io ricordo nitidamente gli attacchi riservati ai miei colleghi portavoce alla Camera Davide Tripiedi e Sergio Battelli, per lo stesso motivo. L’uno lavora da quando aveva 16 anni e l’altro a 17 ha avuto gravi problemi di salute.
Ricordo che nessuno si è stracciato le vesti, niente titoloni, zero opinionisti a favore.
Nada, nisba.
Gli scherni di tutte (!) le altre forze politiche (grillini, studiate!) furono oltremodo classisti e vergognosi.
Quindi, fatemi capire.
Ci sono storie personali che valgono più delle altre? C’è un giudice supremo che stabilisce quando una persona può permettersi di fermarsi con gli studi senza essere additata come ignorante e impreparata?
La risposta credo sia una, la solita, sempre la stessa, da dieci anni a questa parte:
Con il Movimento 5 stelle si applicano due pesi e due misure. E questo, nella vita in generale oltre che nel caso di fattispecie, non lo sopporto.
Non siamo nessuno per conoscere la vita di un’altra persona e giudicarne le scelte.
Non abbiamo camminato nelle sue scarpe, vissuto le sue gioie e i suoi dolori.
Il lavoro, i fatti, si giudicano dopo, non prima.
Sergio Battelli in questo anno è stato un ottimo tesoriere, Davide Tripiedi un ottimo Parlamentare.
Mi auguro, per il mio Paese, che la Bellanova sarà un’ottima ministra. A prescindere dai titoli, dall’aspetto fisico e da come ci si veste.
P. S. A tutte le femministe in ascolto, non ho visto lo stesso accanimento nel difendere Virginia Raggi quando è stata definita “patata bollente” “una ragazza carina” ecc.
Idem per Valeria Ciarambino, quando Vincenzo De Luca la definì “chiattona”.
Questo spiace, spiace molto.
Saluti
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