Vale 2 euro l’ora la manodopera dei braccianti nei campi e 7 euro il pizzo che si deve al caporale.
Questo lavoro ogni giorno spezza vite umane nel più colpevole dei silenzi.
Sono 35 mila i braccianti in nero che affollano i campi del salernitano e casertano: uomini, donne e bambini che partono alle 4,30 del mattino e si dirigono tramite furgoni e pulmini, privi di assicurazione, verso il lavoro che spezzerà loro la schiena a 40 gradi sotto al sole.
Perlopiù bulgari e africani, seguiti dai braccianti italiani che arrivano anche a rinunciare alla paga pur di avere in cambio i contributi.
Non è solo disumano, ma anche illegale permettere che intere categorie di bambini chinino la testa invece che sui libri di scuola sui campi, a raccogliere questo o quell’ortaggio.
Tra le varie categorie di braccianti, voglio porre la vostra attenzione sulla “tratta degli schiavi di Mondragone” un vero schiaffo alla dignità dell’individuo.
Analisi approfondite riportano di un vero e proprio mercato umano che parte da Sofia, tramite un circuito di criminalità organizzata che si intreccia a quella Bulgara, e rilascia veri e propri pacchetti di espatrio che includono, oltre al lavoro nei campi anche un alloggio guasto in uno dei Palazzi Cirio e un salario di cui è vergognoso anche solo parlare.
Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte alla mercificazione dell’uomo sull’uomo. È tempo di agire.
Sarà quindi urgente riprendere la legge 199 sul caporalato e fare in modo che venga rispettata in ogni sua parte, andando a potenziare il sistema di collocamento, trasporto e accoglienza.
Perché solo prendendo atto del problema in maniera responsabile si riuscirà a debellarlo, nella tutela di tutti i braccianti, inclusi i bambini, che soffrono di un sistema che porta loro alla morte.
Leave a Reply