ARPAC conferma: nel fiume Sarno concentrazioni ridotte di cromo durante il lockdown

Nero su bianco. E no, non era frutto della nostra immaginazione.

Le acque del fiume Sarno durante il lockdown erano davvero più pulite. 

Una notizia che non stupisce, dato che questi mesi hanno coinciso con il blocco delle attività produttive.

A dirlo sono i rilievi Arpac che confermano, durante il periodo di lockdown, la riduzione sensibile delle concentrazioni di cromo rispetto agli anni precedenti. Il cromo influisce nel determinare lo stato ecologico dei corsi d’acqua.

La diminuzione più evidente è stata riscontrata dalla stazione di monitoraggio del Torrente Solofrana: parliamo di una media di 187 microgrammi per litro nel triennio 2017-2019 nel mese di Aprile, confrontato con un valore di 12,6 microgrammi per litro nel 2020.

Un valore 15 volte inferiore.

È doloroso immaginare che per generare profitto l’uomo distrugga quanto ha di più prezioso. 
Quale mente perversa brucia la propria casa e respira l’aria tossica che si sprigiona dall’incendio? 

È quello che accade quando qualche criminale getta nelle acque veleni chimici o quando si appiccano incendi nei nostri polmoni verdi, decretando la morte di innumerevoli animali e vegetazione. 

Sì perché l’ambiente non è solo la nostra casa naturale, ma ciò di cui ci cibiamo, ci dissetiamo, respiriamo. La nostra salute dipende da questo.

Gli inquinatori pagheranno con pene severe e sicure e si sta facendo un duro lavoro su questo fronte. Ma non basterà, perché accanto alla certezza di pena serve un cambiamento culturale importante.

Una nuova ventata di consapevolezza che porti l’uomo a considerare, finalmente, la terra come parte integrante di sè stesso. 

Solo così avremo un reale risultato.

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