Acqua contaminata da PFAS: un’emergenza che riguarda tutti!

I dati diffusi da Greenpeace sono scioccanti e non possiamo ignorarli. L’acqua potabile di milioni di italiani è contaminata da Pfas, sostanze chimiche definite “inquinanti eterni” per la loro persistenza nell’ambiente e la difficoltà di smaltirle. Secondo l’indagine “Acque Senza Veleni”, condotta su 260 campioni di acqua potabile raccolti in 235 comuni di tutta Italia, il 79% dei campioni analizzati risulta contaminato.Ma cosa sono i Pfas? Si tratta di composti chimici prodotti esclusivamente dall’uomo e utilizzati in tantissimi settori industriali. Una volta rilasciati nell’ambiente, non si degradano mai, accumulandosi nell’acqua, nel terreno e persino nel nostro corpo. Gli effetti sulla salute sono devastanti: molti Pfas agiscono come interferenti endocrini, mentre altri sono stati classificati come cancerogeni. Possono danneggiare il fegato, il sistema immunitario e la fertilità.

UNA CONTAMINAZIONE CHE TOCCA TUTTE LE REGIONI I Pfas sono stati trovati in tutte le regioni e province autonome italiane. Particolarmente preoccupanti sono i dati provenienti da alcune aree del Nord, del Centro e dalla Sardegna. Regioni come il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Liguria e il Piemonte mostrano livelli di contaminazione estremamente elevati. Ad esempio, nel Veneto, in 19 campioni analizzati su 20 è stata rilevata la presenza di Pfas, confermando una situazione già drammatica in un territorio considerato tra i più contaminati d’Europa.

UN PERICOLO INVISIBILE E DIFFUSOIl Pfoa, uno dei Pfas più pericolosi, è stato trovato nel 47% dei campioni analizzati. Classificato come cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, questo composto non dovrebbe mai essere presente nelle acque potabili. Eppure, in Italia è ancora diffuso in moltissimi comuni, senza che siano stati adottati limiti stringenti come avviene in altri Paesi.

IL RITARDO DEL GOVERNO L’Italia è in clamoroso ritardo. Le normative che entreranno in vigore nel 2026 non sono sufficienti per proteggere la salute pubblica, con limiti ancora troppo elevati rispetto agli standard di Paesi come la Danimarca o gli Stati Uniti. Greenpeace ha chiarito che il 41% dei campioni italiani supererebbe i limiti danesi e che il 22% sarebbe fuorilegge negli Stati Uniti. Un ritardo che mette a rischio milioni di famiglie.Questa è una crisi che non possiamo più ignorare. L’acqua è un diritto fondamentale e dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che sia pulita e sicura. Non possiamo permettere che gli interessi economici e l’inazione politica prevalgano sulla salute dei cittadini. È il momento di agire, perché i dati parlano chiaro: il nostro futuro dipende anche dall’acqua che beviamo oggi.

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