“Guida per sopravvivere al Natale”
“Come non cadere nel single/body/work shaming”
“Corsa ai regali, ormai manca pochissimo”
“Le famiglie disfunzionali e le domande inopportune dei parenti”
Questi sono alcuni dei titoli che mi è capitato di leggere in questi giorni. Ansia, stress, frenesia, tristezza.
Abbiamo finito per patoligizzare pure il Natale.
Rifiuto categoricamente tutto ciò. Non sento l’obbligo di fare regali né di riceverne.
Non ho mai vissuto di buon grado l’idea che dovesse essere un evento esterno a imporre un gesto. L’ho fatto, l’ho fatto per anni.
Ora sono satura e preferisco la spontaneità, e sono serena. Ripudio questa inutile frenesia consumistica e inquinante; sono allergica alla finzione dell’apparenza formale. Il Natale è una festa religiosa. Una festa della Natura, se vogliamo, che ricomincia a donarci la luce. Il resto sono costruzioni di un mercato che mi rifiuto di alimentare. A partire da quello del cibo, ancora troppo colmo di sofferenza e dolore. A Natale e in generale durante le festività, state con chi vi dà gioia e serenità. Alla Vigilia di Natale dello scorso anno avevo ricevuto inviti per il classico cenone.
Rifiutai. Scelsi di stare con mia nonna, io e lei sole. Una cena semplice eppure colma di gratitudine.
E per fortuna che accadde quella scelta, perchè quella fu l’ultima nostra vigilia di Natale. Fate solo ciò che vi va di fare. Non deve esserci assolutamente niente e nessuno che vi obblighi a fare il contrario. Son diventati giorni in cui chi ha delle fragilità si sente ancora più fragile. Non è giusto. Andate oltre: oltre le imposizioni sociali, oltre le immagini patinate che passano in tv e nei social, oltre i fronzoli. Andate all’essenza.
Scriveva l’immenso Battiato:“Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza,percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”. Esiste regalo più bello? Secondo me no. E quindi ecco, il mio augurio è proprio questo:
Vi auguro l’Essenza. Buon Natale!
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