Sciolto per infiltrazione camorristica il comune di Castellammare Di Stabia

“Un atto superficiale e frettoloso”. “Una decisione vile, che va a gettare ombre sulla città”. “Una deputata improvvisata che (…) brancola nel buio, alla ricerca di un minimo di visibilità”. “Prima di produrre documenti del genere, sarebbe il caso di informarsi bene e di vivere quotidianamente la città”. “Le consiglio di studiare di più”.

Queste sono alcune delle parole che Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia, mi dedicò dalla sua pagina Facebook quando a marzo del 2019, a seguito delle inchieste giudiziarie che accesero i fari su Castellammare, presentai un’interrogazione al Ministro dell’Interno per richiedere già all’epoca l’invio della commissione d’accesso.

Il fine era molto semplice: fare chiarezza e trasparenza in uno scenario che sembrava decisamente preoccupante nel rispetto di tutti i cittadini della comunità stabiese, mettendo al centro il bene della mia e nostra città, come ho sempre cercato di fare in questi anni.

E’ una tecnica molto spesso usata dai politici: attaccare la persona, offendere e trattare chi denuncia e chiede trasparenza come se fosse un avvelenatore di pozzi.

Tutto ciò con lo scopo di far passare, davanti alla comunità, chi chiede chiarezza come qualcuno che mette in cattiva luce la città, senza comprendere che è proprio questo comportamento che contribuisce a farci precipitare nel buio.

Ci sarà tempo e modo per capire, attraverso la relazione che verrà pubblicata, quali sono state le motivazioni che hanno spinto il Ministero dell’interno a sciogliere, per la prima volta nella sua storia, il Comune di Castellammare di Stabia.

Di chi sia o siano le responsabilità.Nonostante la tristezza che tutti noi cittadini stabiesi stiamo provando in questo momento, non ho mai smesso di credere che questa città avesse bisogno di un segnale forte. Che le dinamiche e le commistioni tossiche tra politica e camorra dovessero essere riconosciute.

Perché ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo. Perché altrimenti rischiamo di essere strozzati per altri trent’anni dal malaffare e di ripeterci, ancora e all’infinito che: “Castellammare ha tante potenzialità, però….”.

Io non voglio che ci siano ancora quei “però”. Vorrei che tutti gli stabiesi che in questi anni mi hanno scritto per raccontarmi di questo o quel problema, quelli che hanno davvero a cuore la città, che la amano, scendessero in campo e lavorassero insieme.

Vorrei che questa città non fosse più ostaggio di ripicche, ricatti, diatribe personali e politiche. Di errori ne sono stati commessi già abbastanza, di tempo ne è stato perso altrettanto.

Anni fa ho letto “L’amica geniale”, l’ormai famosa saga di Elena Ferrante. Una frase in uno dei suoi libri mi colpì particolarmente: “Se non c’è amore, non solo inaridisce la vita delle persone, ma anche quella delle città”.

Che ogni stabiese innamorato di Stabia si senta responsabile del futuro di questa nostra città.

Perché con amore, dedizione, competenza e onestà si può anche rinascere dalle ceneri.

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