La commissione d’accesso al comune di Castellammare Di Stabia è un atto dovuto.
Punto.
Dovuto a tutti i cittadini onesti che chiedono chiarezza e verità.
Dovuto a chi questa città non ha voluto abbandonarla e qui prova tutti i giorni, tra mille difficoltà, ad andare avanti.
È un atto dovuto a quelle (poche) voci che fin dall’inizio della nuova amministrazione targata centro destra, avevano chiesto l’intervento dello Stato. E non perché, come venne detto, si voleva mettere in cattiva luce la città o alla berlina un sindaco eletto da pochi mesi. Ma perché, in base a quello che già stava venendo fuori dalle esperienze politiche pregresse, non ci voleva poi molto a intuire che di notizie poco edificanti per la nostra città ne sarebbero uscite molte altre.
ERA IL 2019 quando presentai al Ministero dell’Interno la richiesta per la commissione d’accesso e il Sindaco preferì insultarmi, qualcun altro ignorarmi.
Perché all’epoca denunciare era un po’ più difficile e richiedeva quel pizzico di coraggio in più che tanti sedicenti politici non hanno.
Ci sono volute le inchieste, Olimpo 2, 3 e Domino.
C’è voluto il fango.
GRAZIE al procuratore nazionale Cafiero De Raho per aver detto chiaramente e senza mezzi termini che: “Lo Stato si deve riprendere Castellammare”.
GRAZIE al Prefetto Marco Valentini per averci ricevuto e ascoltato attentamente poche settimane fa.
GRAZIE al capo della procura di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso che, dalle pagine dei giornali, ha dovuto ribadire l’ovvio: non sta né in cielo né in terra che buona parte del consiglio comunale applauda al ricordo di una persona condannata per associazione esterna di stampo camorristico.
Mi auguro che le opposizioni chiedano compatte le dimissioni dell’attuale Presidente del Consiglio e che, se queste non dovessero concretizzarsi, che non si legittimi – anche con la sola presenza in ufficio di presidenza – questa grave situazione, che, ancora una volta, ha fatto balzare negativamente Castellammare agli onori delle cronache.
Non dobbiamo avere paura di denunciare e di raccontare il marcio, perché è solo così che un giorno, forse, potremo riappropriarci di tutto il bello e buono che questa nostra amata e maltrattata città può donare.
Buon lavoro ai componenti della Commissione, che possano restituire alla città la verità che merita, qualsiasi essa sia.
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