“Peró non ho mai detto che a canzoni si fan Rivoluzioni”
Questo cantava Guccini nella sua memorabile Avvelenata.
Eppure, questa notte, ci siamo andati vicino. Culturalmente parlando, che è quello che conta davvero.
La vittoria dei Måneskin è senza alcun dubbio un profondo cambiamento che segna il Festival della canzone italiana (di cui, comunque, avevamo avuto già un assaggio grazie a Gabbani e Mahmood).
Per anni si è detto che il Festival fosse ormai “vecchio”, uno spettacolo non fatto né pensato per le generazioni più giovani.
Queste ultime edizioni ci rimandano una narrazione completamente differente.
Anche la musica italiana si sta riprendendo la sua platea e, a quanto pare e per fortuna, non si ferma all’autotune.
L’età media della band è di vent’anni, ossia quella generazione che oggi sta pagando amaramente il prezzo di questa pandemia: perché i vent’anni non tornano più, perché trascorrerli dentro casa, diciamolo, è una contraddizione biologica.
E se qualcuno non è in grado di comprendere anche questo tipo di sofferenza evidentemente ha dimenticato un pezzo della sua vita.
Grazie a Fiorello e Amadeus per aver retto il silenzio assordante dell’Ariston.
Grazie ad Achille Lauro per l’ultimo quadro: le parole feriscono come armi e fanno sanguinare. Lo so bene e spero in qualche esame di coscienza generale.
Grazie al contributo femminile: da Matilda de Angelis a Elodie passando per Giovanna Botteri. Superbe.
Grazie all’insostituibile popolo del Twitter sanremese che mi ha tenuto compagnia.
E infine grazie all’enorme macchina del Festival che per mesi lavora alla realizzazione delle cinque serate, i tecnici, gli autori, l’orchestra, tutti.
Spero si ridia al più presto alla cultura la dignità che merita. Non si può lasciar morire un settore del genere. Non si può.
È stata un’edizione straordinaria che per qualche giorno ci ha alleggerito l’anima.
Perché Sanremo, in fondo, è Sanremo.
P. S. Nelle sue stories di Instagram Fedez ha invitato a votare anche per i Maneskin. Non era dovuto né scontato. Fedez è davvero una bella persona e questi attacchi gratuiti non li merita.
P. P. S. Nell’attesa di ascoltare le polemiche dei colleghi della lega in vigilanza Rai, qualcuno sa che fine ha fatto Pillon?
Tutto ok, Simone?
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