Ieri sera a Roma è stata uccisa una famiglia di cinghiali, una mamma con i suoi cuccioli.
Chiusi appositamente in un parco giochi per evitarne la fuga e presi a fucilate dalla polizia. Il tutto mentre decine di persone si erano radunate fuori ai cancelli protestando. Ci scandalizziamo se un ragazzino prende a calci un gattino, uccidendolo e pubblicando anche il video. Di cosa ci meravigliamo? Se gli animali (tutti, non solo quelli che abbiamo in casa) vengono trattati dalla società come merce? Le scene di ieri sera rappresentano un momento buio per ogni forma di civiltà.
Da tempo a Roma erano comparsi gli ungulati, anche in zone abitate. I giornali con i loro vergognosi titoli non mancavano di ricordarcelo: “cinghiali a spasso nel quartiere della Raggi” “più cinghiali che turisti nella Roma della Raggi” “cinghiali di Roma uniti per Raggi Sindaco” aumentando la paura nella popolazione e la rabbia verso la Sindaca.
Sulla fauna selvatica non si può più aspettare: i gravi squilibri causati dalla logica del profitto degli esseri umani (come sempre) hanno spinto negli anni, sempre di più, gli animali selvatici verso i centri abitati, alterandone anche il numero. Mai però la questione deve essere affrontata e risolta con la violenza. Esistono soluzioni alternative agli abbattimenti come le sterilizzazioni, le reti elettrificate e tanto altro a cui si deve doverosamente ricorrere. Mai avallerò né giustificherò metodi diversi da quelli ecologici. MAI.
Non mi interessa chi attaccare, in questo momento. Se la Regione, se il Comune. Se il dirigente del Comune che avrebbe dovuto fermarsi e non l’ha fatto. Un approfondimento per individuare tutte le responsabilità andrà certamente fatto. Per ora so solo che ieri sera abbiamo perso tutti. Ha perso la politica, l’umanità, ma soprattutto hanno perso, ancora una volta, gli innocenti: gli animali.
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