Psicologi in prima linea nella lotta al coronavirus

In queste ore, sono tanti gli psicologi che si sono messi a disposizione della collettività per aiutare i cittadini ad affrontare questa emergenza sanitaria. 
Condivido con voi la testimonianza di Jacopo Casiraghi, psicologo e psicoterapeuta, punto di riferimento per le famiglie Sma, che ci racconta perché in questi momenti è fondamentale stare vicino alle persone più fragili emotivamente:
Ecco parte della sua testimonianza:

“Gestisce diverse decine di persone di età e genere differenti, con malattie diverse. Come si affronta questa fase?

Da quando è scattata l’emergenza Covid-19 il mio telefono e la mia professionalità sono a disposizione sia dei pazienti ospedalieri che delle persone che seguo privatamente. Tutt’oggi alcuni psicoanalisti nei loro studi si siedono alle spalle del paziente, per non vederlo mentre lo ascoltano o gli parlano. In fin dei conti al telefono è un po’ la stessa cosa. Lo psicologo lavora soprattutto attraverso l’ascolto, il dialogo, la ridefinizione dei problemi. Abbiamo pertanto la possibilità di poter lavorare e supportare le persone anche in caso di quarantena, persino chi è affetto da coronavirus. Al momento sto seguendo pazienti in attesa della risposta a seguito del tampone effettuato. Per questo anche in ospedale abbiamo convertito gli ambulatori psicologici in colloqui digitali, a distanza, via web. Ci tengo a ripeterlo: distanza fisica non significa mancanza di vicinanza emotiva. Le nuove tecnologie ci aiutano: impariamo ad usarle per il bene di tutti.

Quali sono le misure portate avanti per il sostegno psicologico a distanza per i disabili gravi?

Spesso le persone con disabilità motoria hanno nel corso degli anni già attivato una consulenza, un lavoro psicologico a distanza: le nuove tecnologie ci permettono con WhatsApp, Facetime o Skype, solo per citare i più noti, di fare degli efficaci colloqui non stando a contatto diretto. Da questo punto di vista era una prassi già comune prima del diffondersi del Covid-19 pertanto ritengo che, proprio in questi giorni, anche da indicazioni del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi e degli Ordini degli Psicologi Regionali, sia sempre più importante garantire il sostegno psicologico a distanza non solo per le persone con disabilità ma per l’intera popolazione.

Come sta procedendo?

Ho convertito da due settimane tutta la mia attività di psicoterapia privata a distanza chiudendo “fisicamente” il mio studio, ma organizzando con chi desidera e “se la sente” dei colloqui a distanza. La trovo una scelta etica, non per la mia sicurezza, ma per ridurre il rischio di essere vettore inconsapevole del virus. Il suggerimento “se puoi resta a casa” deve entrare nella testa di tutti e io, nel mio piccolo, sto contribuendo non solo nei comportamenti durante il tempo libero ma anche in quelli professionali.”

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*