La storia del ragazzo che ha tentato il suicidio nella città di Torino mi ha colpito e allo stesso tempo ferito molto.
La sofferenza dei nostri ragazzi spesso ci sfugge, spesso non la riconosciamo.
Ma il fenomeno che ha colpito questo ragazzo non è isolato, purtroppo miete tantissime vittime anche nel nostro Paese.
Ragazzi che perdono la voglia di vivere il mondo esterno, di ridere, di provare passioni reali. Il loro mondo diventa un computer.
I giovani vanno seguiti, c’è bisogno di assistenza ma ancor prima prevenzione al primo campanello d’allarme, perché, da come si evince da questo episodio di Torino, si può sfociare facilmente nella tragedia.
Bisogna fare ancora tanto in questo senso!
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