Oggi è la giornata mondiale della salute mentale, come ben sapete, uno dei temi a me più cari e che ho scelto di seguire fin dal mio primo giorno in Parlamento.
Già dal Governo precedente il M5S scelse di guardare al tema con fermezza, istituendo presso il Ministero della Salute un tavolo tecnico sulla salute mentale formato da esperti che potesse:
📍 verificare l’appropriatezza e la qualità dei percorsi di trattamento e riabilitazione erogati per i disturbi mentali
📍 approfondire l’esistenza di eventuali criticità nei Servizi territoriali ed elaborare proposte per il loro superamento
📍 proporre azioni per favorire l’attuazione dei più appropriati modelli di intervento per la diagnosi, la cura e la riabilitazione psicosociale dei portatori di disagio psichico, finalizzati alla riduzione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) e volontari, la contenzione meccanica e quella farmacologica/chimica.
Il quadro che emerge dai primi aggiornamenti non è tra i più rosei e ci fa comprendere che la strada è ancora lunga: il dislivello tra il numero di persone da assistere e risorse disponibili è molto ampio, l’obiettivo di autosufficienza del paziente è abbastanza carente, le cure non sono le stesse in tutte le regioni e la continuità di cura non è assicurata per tutti.
Da qui, da queste riflessioni, si può e si deve ripartire imboccando una nuova marcia.
Se negli ultimi 15 anni questo argomento è stato affrontato poco e male, non ha mai avuto carattere di priorità e anche all’interno della società stessa si è preferito guardare dall’altra parte con sommo spirito di negazione, oggi dobbiamo dare vita a un nuovo corso.
Perché per quanto mi sforzi, non riesco a capire cosa possa esserci di più urgente che salvare i ragazzini dalla solitudine e dai conflitti adolescenziali che, in alcuni casi, hanno generato anche casi di suicidio. L’urgenza di riabilitare una persona che ha avuto delle difficoltà e reinserirla in contesti di vita quotidiana, come lavoro, famiglia e routine.
Questo non è un problema di serie B, perché da esso dipendono delle vite umane ed è per questo che sono felice che il tavolo tecnico stia andando avanti, che stia producendo risultati e che oggi si parli di salute mentale con una nuova energia. Il Paese ne ha bisogno.
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